Abbiamo cambiato vita per aprire il primo bike hotel in Valle Maira!

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di Daniela Dao Ormena | La Guida, giovedì 13 luglio 2023

Non occorre sempre avere una vita insoddisfacente per decidere di cambiarla! E’ sufficiente che nella mente si formi un’idea che dà la possibilità ad una grande passione di diventare un lavoro vero e proprio. E’ ciò che è successo ad Augusta Angelino e Luca Bartolini che vivevano a Torino, svolgendo entrambi una professione che li appagava, ma la vita ha fatto capire loro che era tempo di far uscire i loro sogni dal cassetto affinché prendessero vita a Villar San Costanzo, ai piedi della Valle Maira. 

Augusta e Luca mi raccontate qualcosa di voi?

Augusta: io e Luca provenivamo dal torinese e da realtà completamente diverse rispetto al progetto che abbiamo messo in piedi perché io ho lavorato per più di vent’anni come marketing manager in agenzie di comunicazione mentre lui è diplomato Isef, chinesiologo, ex atleta e grande conoscitore della montagna perché fin da piccolo si è sempre messo in gioco con tutti gli sport che riguardano l’ambiente montano. Con mio marito ci siamo conosciuti grazie alla bici da strada, passione che ci accomuna e girando alla ricerca di itinerari nuovi, alcuni conoscenti ci hanno indirizzato verso la Val Maira, zona ancora incontaminata e selvaggia, luogo incredibile per gli appassionati della bicicletta in tutte le sue varianti. Abbiamo iniziato a venire qui come turisti e poi ci siamo sposati proprio in queste zone, al Castello Rosso di Costigliole Saluzzo.

Luca: la mia conoscenza di queste zone è dovuto al fatto che i miei nonni sono originari di Costigliole Saluzzo e ho sempre amato questo territorio e in particolare i Ciciu del Villar. Questo progetto di lavorare sulla nostra passione ci ha portato a seguire le attività dell’ATL del cuneese e anche se inizialmente non sapevamo ancora su cosa volevamo concentrarci, col tempo il nostro pensiero ha preso sempre più forma fino a voler trasferirci qui, nel cuneese. Nel 2018 ho fatto il corso per diventare accompagnatore ciclo-turistico mentre nel 2019 abbiamo stilato un business plan di ciò che volevamo realizzare incominciando la ricerca del luogo ideale in cui dar vita il nostro bike hotel. Villar San Costanzo si è rivelato un punto cruciale perché da una parte è di facile raggiungibilità pensando a chi viaggia in bici e, dall’altra, offrendo un bed & breakfast, dovevamo essere vicini ad altre realtà in cui i nostri ospiti potessero pranzare e cenare e avere i servizi fondamentali a portata di mano.

Quando è nata l’idea di intraprendere questa attività

Augusta: diciamo che il Covid è stato determinante perché questa idea era da un po’ che ci frullava in testa ma quando hai un lavoro stabile da anni è difficile pensare di mollare tutto da un giorno all’altro. Una serie di vicissitudini personali e professionali ci hanno dato la spinta decisiva e infine il lock-down ci ha dato il tempo di pensare concretamente al nostro progetto riprendendo gli studi e le analisi che avevamo già pianificato nel business plan nel 2019.

Luca: ci siamo rivolti alle principali associazioni di cicloturismo italiane per poter inserire nella nostra struttura tutti i requisiti obbligatori e consigliati per rendere agevole e gradita la vacanza soprattutto agli amanti della bicicletta che va dalla bike-room chiusa e allarmata in cui lasciare in sicurezza il proprio mezzo, alle prese per la ricarica delle e-bike, alla ciclo officina per riparazioni di prima necessità, all’area lavaggio bici con prodotti specifici, alla colazione dedicata al ciclista ad orari flessibili, studiata da una biologa nutrizionista e con prodotti biologici del nostro territorio. Non ci occupiamo solo di turismo a due ruote perché io sono anche guida escursionistica e accompagno i nostri ospiti anche a piedi: la nostra struttura è anche posto tappa dei “Percorsi Occitani”.

Qual è la soddisfazione più grande che vi regala la vostra attività?

Augusta: essere riusciti a trasformare una passione in un lavoro a tutti gli effetti è sicuramente la soddisfazione più grande! Entrambi arrivavamo da lavori completamente diversi nei quali c’era comunque una sorta di gratificazione ma minore e di natura diversa. Ora invece, per fare un esempio, approfittiamo della colazione dei nostri ospiti per raccontare il nostro territorio e le sue bellezze, dai Ciciu alle borgate più sconosciute.  La nostra idea è proprio quella di presentare il nostro territorio e la maggior parte delle volte il nostro lavoro si rivela anche facile perché sta nel creare collegamenti tra itinerari che già esistono e sono perfetti così come sono.

Luca: mi soddisfa poter consigliare gli itinerari ai nostri ospiti e aiutarli quando magari arrivano con un tracciato che però ha bisogno di essere rivisto. Il bello del mio lavoro non è solo portare le persone in sicurezza attraverso un itinerario ma anche far conoscere la storia e la cultura di questi luoghi. Lo scambio interculturale che si instaura, soprattutto con gli stranieri, è qualcosa di unico e ci piace portarli alla scoperta non solo dell’alta valle ma anche della bassa che è fruibile da marzo a novembre. Noi come Casa Bart siamo in una posizione strategica tra la valle Maira, la Valle Varaita e Grana e la pianura e non vogliamo puntare solo sulla mountain bike ma anche itinerari per la bici da strada e “gravel”, una bicicletta che permette di percorrere sia strade asfaltate che sterrato, quindi non solo sentieri impegnativi ma anche andare alla scoperta di quelle strade secondarie meno impegnative che sono adatte anche alle famiglie. 

Cosa pensate che si possa fare per valorizzare meglio la montagna?

Augusta: occorre a mio parere che gli enti abbiamo anche il coraggio di sperimentare nuove iniziative che possano attrarre diversi tipi di turismo, senza concentrarsi sulle solite cose già conosciute, che sono destinate a saturarsi.

Luca: secondo me gli enti preposti a tale valorizzazione dovrebbero affidarsi di più agli operatori sul territorio, affinché siano proprio loro a creare nuovi percorsi e nuovi progetti, ideati conoscendo  a fondo le caratteristiche dei tracciati e le tendenze turistiche. 

Come immaginate il futuro delle nostre valli?

Augusta: percepisco anche nei giovani un grande attaccamento a questo territorio e la voglia di farlo rinascere con nuove conoscenze, rispettose dell’ambiente e senza sfruttamenti, rimanendo ben radicati nella tradizione: conosco tante realtà così e questo è molto positivo per il futuro delle nostre valli, che sono sulla strada buona non solo per sopravvivere ma per un vivere evolutivo, nel senso buono della parola.

Luca: io sono ottimista perché la maggior parte delle nostre valli, nonostante siano sempre più penalizzate da inverni in cui nevica poco, sono talmente ricche di bellezze da riuscire ad essere comunque un’attrattiva per un turismo diverso da quello sciistico.

Nelle città la gente ha perso il legame con sé stesso e usa sempre di più medicinali per mettere a tacere sintomi che richiamano ad uno stile di vita diverso. L’abbiamo sperimentato su noi stessi: vivendo lontano dalla frenesia della città abbiamo recuperato una qualità e dimensione di vita più lenta e umana. Il nostro lavoro è fatto di quattro mesi di fuoco in cui la sveglia suona alle cinque del mattino ma anche di periodi in cui possiamo dedicarci a ciò che più ci piace: uscire in bici e sperimentare nuovi tracciati.

Che rapporto avete con le lingue locali?

Augusta: conosco il piemontese perché la mia famiglia viveva nel pinerolese e me lo ha insegnato fin da piccola.

Luca: io parlo bene il piemontese perché una parte delle mie radici sono qui, nel cuneese, e poi fin da piccolo ho frequentato la Val di Susa, dove per molti anni ho avuto anche una baita.

Qual è il vostro sogno?

Augusta: il nostro sogno lo stiamo vivendo! Svolgendo questa attività, nascono sempre in me nuove idee che vorrei mettere in pratica come creare una destinazione “gravel” in questo territorio, legato alla bici che va su terreni misti, studiando un percorso in cui i piccoli comuni siano coinvolti in un percorso permanente che può essere pedalato tutto l’anno, con delle credenziali che vengono rilasciate a chi completa tale itinerario. Un progetto sulla falsa riga dell’Eroica, evento sportivo diventato percorso conosciuto a livello internazionale dagli amanti del settore.

Luca: siamo davvero fortunati perché ogni giorno abbiamo la sensazione di vivere in vacanza ed era ciò che sognavamo nella nostra vita precedente.

Cosa vi dà energia?

Augusta: la più grossa energia deriva dalla soddisfazione dei nostri clienti. Vederli andar via contenti delle loro pedalate e dei luoghi visitati e leggerlo nel loro sorriso e nelle loro recensioni. Mi piace anche molto cucinare e dedicarmi prevalentemente ai dolci che proponiamo nelle nostre colazioni: ogni volta che arriva un nuovo cliente nella mia testa scatta la voglia di preparare qualcosa di particolare, che possa essere apprezzato.

Luca: diciamo che nella nostra coppia io sono il braccio e lei la mente quindi mi ricarica molto uscire per vedere se magari una sua idea è materialmente realizzabile e può essere inserita negli itinerari che proponiamo ai nostri ospiti. 

Cosa salvate del passato?

Augusta: sicuramente i rapporti interpersonali che non sono basati sulla tecnologia. Noi qui abbiamo trovato una cosa che in città è più difficile da mettere in pratica: l’acquisto presso i negozi del vicinato in cui si crea un rapporto impagabile, fatto di conoscenza che nel tempo diventa amicizia. Sentivamo la mancanza dei rapporti umani veri, che nei grandi centri abitati spesso vengono a mancare: talvolta non ci si conosce neanche tra vicini di casa.

Luca: io del passato salvo i tempi lenti e l’importanza della famiglia che era al centro di tutto: si passava molto tempo con i propri figli e genitori mentre ora ritagliamo alle persone che amiamo solo i rimasugli di tempo che la vita frenetica ci lascia.

Qui è dove vorreste essere?

Augusta: sì, anche se all’inizio per me non è stato facile e per un periodo ho pure avuto la sensazione che mi mancasse addirittura un po’ del cemento dei grandi centri abitati! Adesso sono assolutamente contenta della nostra scelta e per il tipo di attività che abbiamo deciso di intraprendere questo è il posto giusto.

Luca: assolutamente sì, perché ho realizzato quello che era un mio sogno da bambino: avere una moglie, una casa e vivere dietro alle montagne! Mi sento un topo nel formaggio!

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